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Testimonianze

Testimonianza di Maria do Carmo Mariano (Presidente dell’Amaiben)

Il 29 ottobre 1961, nasceva Humberto Luiz, il mio quarto figlio. La gravidanza aveva passato il sesto mese senza problemi quando ho cominciato a perdere liquidi, e il mio medico, nonostante le mie preoccupazioni e spiegazioni, non vi ha dato nessuna importanza.

Secondo i dottori che mi hanno assistito in fasi successive alla gravidanza, la perdita di questi liquidi é stata la causa della nascita prematura di mio figlio. Oltre ad essere prematuro, al momento del parto il cordone ombelicale gli si era avvolto al collo, fatto che causò mancanza di ossigeno e, abbiamo saputo in seguito, paralisi cerebrale totale.

Il medico che mi aveva assistito e accompagnato durante tutta la gravidanza ed il parto non ci diede alcuna spiegazione sulle possibili conseguenze. Il giorno dopo fui dimessa dall’ospedale e tornammo a casa, senza nessun consiglio o avviso. A casa, comiciai a notare la gravità del caso, dato che mio figlio non poppava e non muoveva le gambe. Vedendo così tante difficoltà, io e mio marito ci siamo resi conto della necessità di chiamare un pediatra, che notò la mancanza di riflessi e che mi avvisò che crescere questo bambino sarebbe stato molto difficile.

I problemi furono molto gravi. Per esempio, non pianse mai. Dalla sua fisionomia, si poteva dire che stava piangendo. Era un pianto gutturale e sommesso. Per due mesi pianse notte e giorno, ed io lo cullavo continuamente. Era alimentato con il contagocce. Consultammo pediatri e neurologi, facemmo esami quasi tutti i giorni, aveva convulsioni gravissime. La temperatura era fuori controllo: saliva a più di 40° per poi scendere molto, lasciandolo gelato.

Furono giorni molto difficili. Avevo solo la protezione di Dio per dirigermi, guidarmi e darmi la forza per continuare. È morto molte volte. A tre anni non camminava, non sosteneva la testa, aveva bisogno di alimentazione liquida o pastosa. Era allergico a tutti i tipi di latte, compreso a quello di soia. Alla fine è stato nutrito con latte di capra. I problemi crescevano. I medici mi dicevano: “Si occupi degli altri suoi figli, perché per questo non c’è speranza. Non imparerà nulla, nemmeno le cose abitudinarie. Lo ricoveri in qualche posto”.

In questo momento ho incontrato Suor Benigna, che entrò nella mia vita per mai più uscirne. Con le sue preghiere, consigli, parole, tutto iniziò a migliorare.

Humberto progrediva ogni giorno. Le convulsioni iniziarono a farsi meno frequenti fino a scomparire. Il corpo cominciò a rinvigorirsi, tanto che iniziò a camminare, e a sorridere. Cominciò a capire che cosa avveniva intorno a lui, a partecipare ai giochi con i fratelli e con gli amici. Stava crescendo e migliorando la sua capacitá di interagire. La lotta non fu facile, ma con le preghiere e la presenza importantissima di Suor Benigna, cominciò a percepire il mondo intorno a lui e, protetto da lei e dai fratelli, migliorò giorno dopo giorno. Lei gli diede tutto ciò di cui lui aveva bisogno, specialmente la sicurezza della presenza di Dio e della Madonna, e mi diceva: “Lui ti darà grandi gioie”. Così lui cresceva e la sua intelligenza sbocciava. Cominciò a frequentare una scuola, partecipava al gruppo di canto di Suor Benigna, con suo fratello e ed i nipoti, suonando il tamburello. Medici e medicine non erano più necessari. Lei lo preparò per la sua prima comunione. Ogni giorno lui aveva una nuova reazione, dandoci entusiasmo e la certezza della sua guarigione. Così è nata una grande amicizia tra Suor benigna e me, basata sulla fede, sulle preghiere e sulle parole. L’ho accompagnata nei momenti di necessitá, andando negli uffici pubblici per ottenere fondi per la Casa di Riposo Augusto Silva.

Andavamo nelle case in cui avevano bisogno delle sue preghiere: dove trovavamo malattie ed i più svariati problemi. La accompagnavo agli appuntamenti medici, perché era qui che il Dott. Múcio controllava le sue 16 malattie. Ero sempre al suo fianco in ricoveri, interventi chirurgici, CTI; e lei era sempre al mio fianco. Sono stata testimone di molti avvenimenti della sua vita. Camminavamo insieme. Lei mi diceva che io ero sua madre e lo stesso io dicevo di lei. Ho partecipato a bei momenti della sua vita, notando la sua umiltà e la forza delle sue preghiere, e testimoniando ai suoi miracoli straordinari. Ha accolto tutti con affetto, alleviando così tanti cuori, vivendo una vita edificante. Sempre vicina ad Humberto, ha partecipato al suo recupero. Lui non ha smesso di essere differente: non parla, ma ha creato e crea gesti per riuscire a comunicare. I suoi doni sono stati molto grandi. Aveva una fede meravigliosa, un immenso amore per Gesù, la Madonna e per Suor Benigna.

La vita stessa di Humberto lo era un miracolo enorme, realizzato attraverso l’intercessione di Suor Benigna. Chi lo conosceva era sorpreso.

Preghiamo affinchè presto lei sia beatificata e possa aiutare tanti bisognosi sparsi sulla faccia della terra.

Maria do Carmo de Souza Figueiredo Mariano

Maria do Carmo Mariano e Suor Benigna